L’inizio della fine – S04E32

–94 giorni alle elezioni statunitensi

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Se la newsletter horror della settimana scorsa vi era piaciuta tenete conto che state per leggerne il sequel, e questo è Da Costa a Costa.

Si dice che le campagne elettorali americane si dividano in quattro grandi fasi. La prima è quella che va dal momento in cui cominciano ad arrivare le prime candidature fino all’inizio delle primarie. La seconda fase è quella delle primarie. La terza fase è una delle più fluide e sottovalutate: è il periodo che va dalla fine sostanziale delle primarie fino alle convention estive dei due partiti, che di solito si tengono tra luglio e agosto. L’ultima fase è quella che porta dalle convention estive fino al voto di novembre.

Beh, siamo alle porte dell’ultima fase. Tra pochi giorni infatti cominceranno le convention: dal 17 al 20 agosto quella dei Democratici, dal 24 al 27 agosto quella dei Repubblicani. Saranno eventi interamente virtuali: qualche settimana fa vi avevo raccontato del mio dispiacere per non riuscire ad andare, a causa delle restrizioni di movimento decise per la pandemia che impediscono anche a chi possiede un visto giornalistico come me di raggiungere gli Stati Uniti dall’area Schengen, ma nel frattempo abbiamo saputo che non ci saranno nemmeno i parlamentari, i delegati, i giornalisti americani e perfino gli stessi candidati. Joe Biden parteciperà in streaming da casa sua in Delaware, Donald Trump probabilmente dalla Casa Bianca.

Eppure saranno comunque appuntamenti interessanti. Non ci saranno decine di migliaia di persone riunite per quattro giorni in una grande baraccata di palloncini e propaganda, ma sarà comunque l’occasione per prendere decisioni sul programma dei partiti, per assistere a scontri politici importanti, e potenzialmente a contestazioni inaspettate e discorsi che possono cambiare la direzione della nazione. La storia delle convention ci mostra infatti che questi eventi possono essere molto utili per misurare la temperatura di un partito, per osservarne i cambiamenti, le scelte, le strategie e soprattutto la direzione futura. Per capire da che parte stanno andando. È una storia che racconto nel nuovo episodio del podcast di Da Costa a Costa, che è appena uscito e trovate su SpotifySpreaker, Apple Podcasts e tutte le app di podcast.

Ascolta “S04E16. Alle convention si vede il futuro” su Spreaker.

Uno dei momenti più famosi della storia dei dibattiti presidenziali americani avvenne nell’ultimo confronto televisivo prima delle elezioni del 1980, quando il presidente Jimmy Carter fu spiazzato dall’appello finale del suo sfidante. Ronald Reagan, all’epoca governatore della California, ⁣pose agli elettori una domanda precisa, secca, semplice: state meglio o peggio di quattro anni fa? Se pensate di stare meglio oggi di quattro anni fa, votate per il mio avversario. Altrimenti, vi suggerisco di prendere in considerazione l’alternativa.

La domanda era quasi retorica, come sa chi ha ascoltato l’episodio S04E07 del podcast di Da Costa a Costa. A causa di una pesante crisi energetica le poche stazioni di servizio rimaste aperte vendevano la benzina a prezzi astronomici, e con code lunghe chilometri. Gli scioperi degli autotrasportatori facevano scarseggiare le merci nei supermercati. L’aumento del costo del carburante aveva fatto crescere tutti i prezzi. Aziende fallite, milioni di disoccupati, persone senza benzina quindi bloccate a casa. Nel frattempo la rivoluzione islamica in Iran aveva portato al sequestro di 52 americani a Teheran. Gli elettori stavano indubbiamente peggio di quattro anni prima. ⁣

Non era soltanto colpa di Carter, così come la pandemia e la crisi economica non sono certo state create da Trump. Eppure Reagan li convinse che le cose sarebbero potute andare diversamente se quei problemi fossero stati gestiti in un altro modo, e vinse. Questa è la chiave che permette di capire questa campagna elettorale, nelle sue due più grandi e decisive dinamiche.

La prima è perché Trump insista nel dire che va tutto bene, che bisogna riaprire tutto, che bisogna comportarsi come se il virus non ci fosse, che i contagi sono tanti solo a causa dei molti test: circolare, niente da vedere, parliamo d’altro.

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