15 Ago Perché Kamala Harris – S04E33
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Buon Ferragosto dall’unica newsletter che non va in vacanza, e questo è Da Costa a Costa.
La ricerca della persona da candidare alla vicepresidenza è cominciata per il comitato di Joe Biden alla fine di aprile, due settimane dopo il ritiro di Bernie Sanders dalle primarie, che aveva certificato quanto era già evidente: Joe Biden sarebbe stato il candidato a presidente del Partito Democratico. Avendo lui stesso esperienza diretta del percorso di selezione di un candidato alla vicepresidenza, Biden aveva le idee molto chiare su come sarebbero dovute andare le cose (se volete chiarirvi le idee su a cosa serve e a cosa non serve a un candidato alla vicepresidenza, rileggete questa vecchia newsletter).
Tutto il lavoro necessario a trovare la persona giusta è stato affidato a quattro persone di cui Biden si fida ciecamente: Christopher Dodd, ex senatore di lunghissimo corso, uno dei migliori amici e alleati di Biden nei suoi quarant’anni al Senato; Eric Garcetti, l’attuale ambizioso sindaco di Los Angeles; Lisa Blunt Rochester, prima donna e prima afroamericana a diventare deputata del Delaware; Cynthia C. Hogan, avvocata di gran curriculum che fu consulente legale di Biden alla Casa Bianca e nel frattempo era andata a occuparsi di relazioni istituzionali per la NFL e per Apple. Oggi conosciamo molto di com’è andato il processo di selezione, perché tutte le persone coinvolte possono finalmente dirne qualcosa ai giornali e lo hanno fatto.
Joe Biden ha chiesto a queste persone due cose. La prima, scontata: aiutatemi a trovare la persona giusta per questo incarico, che comprende sia vincere le elezioni che, dopo, governare gli Stati Uniti. La seconda, meno scontata: l’intero processo dovrà essere dignitoso e dovrà fare del bene alle carriere di tutte le persone coinvolte, anche se alla fine non saranno scelte. Niente fughe di notizie, niente “eliminazioni” pubbliche, estrema riservatezza con le informazioni personali. Tutti – anzi, tutte: Biden voleva scegliere una donna – dovranno avere alla fine di questo processo un profilo politico più alto e un maggior prestigio, essendo state accostate alla possibilità di una candidatura alla vicepresidenza. Durante il percorso di ricerca, selezione e indagine, il comitato Biden ha aiutato tutte le papabili a trovare spazi e interviste in tv e ne ha promosso le qualità più che i limiti.
Il messaggio con cui Biden ha annunciato la sua scelta, inviato a chiunque si fosse iscritto tra i sostenitori. Non ci sono state fughe di notizie, un fatto notevole: i giornalisti lo hanno scoperto insieme a tutti gli altri.
I quattro di questo comitato ristretto hanno condotto innanzitutto 120 ore complessive di conversazioni con parlamentari, governatori, imprenditori vicini al partito e attivisti delle organizzazioni e per le cause più diverse, raccogliendo idee, riflessioni, priorità che hanno condiviso con lo stesso Biden, che ha parlato più volte con i quattro sia collettivamente che individualmente, chiedendo impressioni e giudizi. Sono arrivati quindi a una lista di circa 20 persone, a cui è stato chiesto se fossero disponibili a prendere parte al processo di selezione e per ognuna delle quali è stato compilato un dossier basato su documenti e informazioni di dominio pubblico: idee, posizioni, articoli, interviste, errori, scandali. Al termine di questo confronto, Joe e Jill Biden hanno scremato la lista arrivando a 11 persone.
A quel punto sono cominciate le indagini e i colloqui.
Per ognuna delle donne rimaste in corsa è stato messo in piedi un gruppo di 12 avvocati, che rispondevano a Bob Bauer, Lisa Monaco e Dana Remus, già importanti funzionari della Casa Bianca di Obama. Gli avvocati hanno inviato a ogni potenziale candidata una lista di oltre 160 documenti diversi da fornire, dalle dichiarazioni dei redditi a quelle patrimoniali, le proprie e dei propri familiari ristretti; dalle informazioni medico-sanitarie della propria famiglia a quelle legali relative a cause in corso; eventuali fermi di polizia; rapporti lavorativi e di consulenza propri e dei propri cari; luoghi in cui si è andati a parlare; persone da cui si sono ricevuti favori e donazioni elettorali nel corso della propria vita. Hanno letteralmente sollevato ogni pietra, come dicono gli americani, rovistando ovunque nella vita di queste persone: d’altra parte è quello che avrebbero fatto inevitabilmente la stampa e gli avversari con la persona che sarebbe stata scelta, dal momento dell’annuncio.