03 Ott Karma Police – S04E40
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Per fortuna non sono previsti test anti-doping per i giornalisti che seguono la politica americana, e questo è Da Costa a Costa.
Che settimanina. Donald Trump è risultato positivo al coronavirus. Alla Casa Bianca c’è un focolaio. C’è stato il primo confronto televisivo fra Trump e Biden, e che confronto. L’ex capo del comitato elettorale è stato arrestato dopo aver minacciato di uccidersi. E ricordate l’articolo del New York Times sulle dichiarazioni dei redditi di Trump, una roba più grossa di quelle avvenute in passato durante intere campagne elettorali? Erano solo cinque giorni fa.
Ci sono molte cose da raccontare, e molte domande a cui provare a dare una risposta. Quindi andate a farvi un caffè, ritagliatevi un momento tranquillo e sedetevi comodi da qualche parte, che cominciamo.

Promemoria: si sta già votando negli Stati Uniti.
Iniziamo dagli affari di casa nostra e cioè dal nuovo episodio del podcast, prima di buttarci sull’estrema attualità. L’episodio di oggi prova a rispondere a una delle domande che mi avete fatto di più in questi anni, in varie forme. Seguendo Da Costa a Costa, infatti, oppure leggendo Questa è l’America, più volte avrete colto riferimenti a un passato americano nemmeno così antico in cui il partito più razzista era il Partito Democratico, che nel Sud imponeva una crudele segregazione e discriminazione degli afroamericani. Mentre la schiavitù fu notoriamente abolita dal presidente Abraham Lincoln, del Partito Repubblicano. La California, che oggi consideriamo lo stato americano di sinistra per eccellenza, è stata a lungo una roccaforte dei Repubblicani, mentre in Texas hanno vinto per anni i Democratici.
Come sono cambiati negli anni i partiti americani, e soprattutto perché? Viste da qui, dal nostro presente del 2020, alcune di queste trasformazioni possono sembrarci inspiegabili. Eppure ce l’hanno eccome, una spiegazione: e conoscere il passato dei partiti americani può permetterci di capire meglio il loro presente. Trovate l’episodio gratis su tutte le piattaforme di podcast, da Spotify a Spreaker, da Apple Podcasts a Google Podcasts.
Ascolta “S04E20. Come sono cambiati i partiti americani” su Spreaker.
E quindi Donald Trump e sua moglie Melania hanno contratto la COVID-19. Poco dopo aver comunicato il contagio di Hope Hicks, una delle principali e più fidate assistenti del presidente, lo stesso Trump ha fatto sapere che sia lui che Melania sono stati contagiati. I test della Casa Bianca vengono elaborati in modo straordinariamente rapido, e la formulazione del tweet su Hicks lascia supporre che dopo un primo tampone positivo Trump fosse in attesa dell’esito di un secondo tampone: nessuno vuole dire al mondo che il presidente degli Stati Uniti è malato a causa di un falso positivo.
Ma eccoci qua, con un presidente in carica alle prese con una condizione sanitaria potenzialmente letale. Non succedeva dal 1981, quando un uomo sparò a Ronald Reagan. Ma era un’altra epoca, e in ogni caso non accadde un mese prima delle elezioni. Per questo motivo, la prima cosa che tengo a dirvi è: diffidate da chi oggi si dice sicuro di qualsiasi cosa. Sicuro che Trump se ne avvantaggerà e sicuro che Trump ne sarà penalizzato, sicuro che i Democratici ne approfitteranno e sicuro che i sondaggi andranno così o colà. Nessuno sa niente. Nessuno. Sa. Niente. I migliori giornalisti americani stanno dicendo che non hanno idea di come andranno le cose. Gli altri la sanno lunghissima.
Come sta Donald Trump
Come tutte le persone che vengono testate con grande frequenza, e nelle quali quindi eventuali infezioni possono essere individuate in uno stadio molto precoce, le condizioni di Trump sono state descritte inizialmente come buone: d’altra parte non risulta che qualcuno attorno a lui si fosse accorto di precedenti sintomi. La sera prima a una cena elettorale Trump sembrava molto fiacco, hanno detto alcuni testimoni, ma un presidente degli Stati Uniti in campagna elettorale durante una pandemia non fa esattamente una vita riposante.
Il punto è che ogni malattia ha una la evoluzione, e non si possono fare valutazioni e previsioni basandosi sui sintomi presenti al momento di una diagnosi così precoce. Nel giro di dieci ore, infatti, Trump ha cominciato a manifestare alcuni sintomi: tosse, raffreddore, qualche linea di febbre, spossatezza. Ancora qualche ora dopo, quando in Italia era la notte tra venerdì e sabato, Trump è stato trasferito e ricoverato al Walter Reed, l’ospedale militare dei presidenti. Passerà lì i prossimi giorni a scopo precauzionale e per far sì che i medici ne valutino le condizioni.
Nelle prossime risposte:
– Come starà Donald Trump?
– Come è stato contagiato?
– Come sta Joe Biden?
– Cosa succederà alla campagna elettorale?
– Chi se ne avvantaggerà?
– È tutto un grande complotto?
– Ci possiamo fidare delle comunicazioni della Casa Bianca?
– Cosa succederebbe se le condizioni di Trump dovessero peggiorare?
– È possibile che si arrivi a un rinvio delle elezioni?
– Cosa succederebbe se Trump dovesse morire prima delle elezioni?
– Se Trump dovesse morire, bisognerebbe ristampare le schede elettorali? E gli americani che hanno già votato?
– Cosa succederebbe se Trump dovesse morire dopo le elezioni ma prima dell’insediamento?