07 Nov 46 – S04E45
Non ho mai usato il tasto “aggiorna” così tanto come nelle ultime 72 ore, e questo è Da Costa a Costa.
Se non avete seguito il flusso delle notizie sulle elezioni presidenziali americane, e ne avete soltanto carpito i maggiori sviluppi attraverso i social network o le televisioni, in questo momento potreste essere piuttosto confusi su quello che è successo e quello che succederà. Ma anche se avete seguito compulsivamente le notizie, e avete scandagliato le mappe sui siti americani, e siete diventati improvvisamente esperti della situazione demografica nelle più remote contee dell’Arizona, e avete letto tutte le analisi e le opinioni e gli scenari, potreste comunque sentirvi sopraffatti da come questa montagna di informazioni abbia prodotto più stordimento che comprensione.
Per cui, allacciamo le cinture e vediamo di mettere le cose in fila.
Si è votato per le elezioni presidenziali statunitensi. Lo scrutinio è ancora in corso in molti stati, ma nella gran parte di questi il dato parziale unito alle condizioni del contesto permettono di individuare con sicurezza chi sarà alla fine il vincitore. Questo calcolo ci permette di attribuire con certezza 253 grandi elettori a Joe Biden e 214 grandi elettori a Donald Trump. Nessuno dei due quindi è ancora arrivato a 270, la soglia che permette l’elezione alla Casa Bianca, perché in sei stati la situazione è ancora incerta.

Se ti serve un ripasso sulle regole e sui grandi elettori, leggi qui o guarda qui.
Oltre a vincere in tutti gli stati in cui la sua vittoria era data per certa, il presidente uscente Donald Trump ha vinto in alcuni importanti stati in bilico: in Florida, in Ohio e in Texas, dove si era affermato già quattro anni fa. Non è riuscito però a vincere in nessuno degli stati in cui quattro anni fa aveva vinto Hillary Clinton – aveva messo nel mirino il Minnesota, ma ha perso di oltre dieci punti percentuali – mentre il suo avversario è riuscito a sottrargliene diversi.
Joe Biden infatti ha vinto in tutti gli stati in cui Hillary Clinton aveva vinto quattro anni fa, e ci ha aggiunto sicuramente il Wisconsin e il Michigan: due dei tre stati del Midwest che erano stati cruciali nella vittoria di Trump del 2016, e nel definire la sua immagine di presidente amato dalla classe operaia bianca un tempo fedele al Partito Democratico. Inoltre, Biden ha vinto anche in un collegio del Nebraska: uno stato che assegna i suoi grandi elettori in modo diverso dagli altri – ci arrivo tra poco – e nel quale ha ottenuto un grande elettore.
Basandoci solo su quello di cui siamo sicuri, quindi, sappiamo che a Biden mancano 17 grandi elettori per diventare presidente, mentre a Trump ne mancano 56. Devono ottenerli negli stati ancora in bilico. Quali sono e che situazione hanno?
– La Pennsylvania mette in palio 20 grandi elettori ed è il bottino più grosso: lo stato più popoloso dei sei. È il terzo stato del Midwest che insieme a Michigan e Wisconsin fu strappato da Trump ai Democratici nel 2016, e compone con questi il cosiddetto “blue wall”: una zona considerata per decenni una roccaforte del Partito Democratico. Quando Trump nel 2016 diventò presidente vincendo in tutti e tre gli stati con un margine piccolissimo – 77.000 voti su quasi un milione e mezzo, in tutto – fu come se Matteo Salvini vincesse le elezioni in Italia vincendo per un pelo in Emilia-Romagna, in Toscana e in Umbria.
Mentre vi scrivo Biden in Pennsylvania ha un vantaggio di circa 28.000 voti, e ne mancano ancora da scrutinare meno di 100.000. I voti che mancano sono stati espressi per posta e in una zona molto favorevole al Partito Democratico: due fattori che lasciano pensare che il vantaggio di Biden sia destinato a crescere ancora.