Ahi ahi ahi – S04E48

Quando vi chiedete se i siti di scommesse siano affidabili nel prevedere il risultato delle elezioni tenete conto che stanno ancora quotando la vittoria di Donald Trump, e questo è Da Costa a Costa.

Un terzo dei cittadini americani sta facendo fatica nell’affrontare le spese fondamentali della vita quotidiana, dal cibo all’affitto, ha detto il sondaggio settimanale realizzato dall’ente statistico del governo degli Stati Uniti. Un adulto americano su otto – circa 26 milioni in tutto – la settimana scorsa non ha avuto abbastanza da mangiare. Se si tiene conto solo delle famiglie con bambini, gli adulti americani in questa condizione diventano uno su sei. Perché succede?

Si fa presto a dire che c’entra l’epidemia: certo che c’entra l’epidemia. Ma negli altri paesi occidentali, figuriamoci nelle più grandi potenze al mondo, le conseguenze economiche e sociali non sono state devastanti come negli Stati Uniti, perché i governi e i Parlamenti sono intervenuti. Negli Stati Uniti l’intervento c’è stato, ma si è fermato in estate. Lo scorso luglio è scaduto il sussidio straordinario da 600 dollari alla settimana che percepivano le persone disoccupate, e da allora il Congresso non ha più trovato un accordo per introdurre nuovi aiuti. Altri programmi straordinari di welfare scadranno alla fine dell’anno, per esempio la sospensione degli sfratti e i prestiti agevolati per le piccole imprese e le amministrazioni locali.

Nel frattempo il numero delle persone morte ogni giorno a causa del coronavirus ha cominciato a sfondare quota duemila, mentre i nuovi contagi quotidiani si stanno avvicinando pericolosamente a 200.000. Non c’è niente che impedisca al governo e al Congresso di agire adesso, ma tutti escludono che ci siano le condizioni politiche per farlo: tutto è rimandato all’insediamento del nuovo Congresso e della nuova amministrazione, a gennaio, quando plausibilmente la situazione sarà ancora peggiore.

Il messaggio contrito di Joe e Jill Biden per il giorno del Ringraziamento. Il cambio di tono rispetto alla precedente amministrazione è abissale.

La buona notizia – dal momento che quest’epoca ha messo in discussione anche le cose scontate – è che la transizione dall’amministrazione Trump all’amministrazione Biden è ufficialmente iniziata. Quando mancavano 56 giorni al giuramento, infatti, dopo l’ennesimo ricorso respinto e mentre gli stati stanno già iniziando a certificare i risultati delle elezioni, Donald Trump ha infine autorizzato la firma della lettera che riconosce in Joe Biden il vincitore delle elezioni presidenziali, e rende possibile iniziare il passaggio di consegne.

Fate attenzione, Trump si è premurato di far notare che questa autorizzazione non comporta l’aver accettato la sconfitta. Il presidente uscente continua a sostenere senza alcuna prova che il voto sia stato truccato – mentre il suo distacco da Biden ha superato ormai i sei milioni di voti – e a scrivere su Twitter cose senza senso, e non è detto nemmeno che parteciperà alla cerimonia di insediamento. Sono dettagli, certo, ma come prevedibile Biden dovrà fare i conti con le conseguenze di questo comportamento: i sondaggi indicano che solo una piccolissima parte di chi ha votato per Donald Trump pensa che Joe Biden abbia effettivamente e legittimamente vinto le elezioni.

L’inizio della transizione permetterà a Biden e Harris di avere accesso già ora alle informazioni che riceveranno una volta alla Casa Bianca, sulla sicurezza nazionale come sull’andamento dell’epidemia, sui rapporti dell’intelligence come sui piani per la distribuzione dei vaccini da COVID-19: e gli darà i soldi, il personale e gli uffici per mettere insieme un governo che sia pronto a lavorare fin dal primo giorno. È proprio sulla composizione del prossimo governo americano che sono arrivate più notizie nella settimana appena conclusa: vediamole insieme.

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